Spazi subìti, Tempi dominati

Anni, che trascorrono in un baleno
Stagioni, di cui a volte farei a meno
Mesi, in cui rinuncio alle soluzioni
Giorni di noia, in cui mi rompo i coglioni
Ore, di confusione totale
Pochi secondi, che passano fra il bene e il male
Alterno attimi in cui mi sento illuminato
a fasi lunghe e lente, poi ricomincio da capo.

Ti ho in pugno, ti tengo in tasca, ti leggo sul muro
Sprazzi di amicizia, momenti di odio e ansia
Finché giunge il tempo in cui mi accorgo, a muso duro
di non conoscerti affatto, vivendo l’amnesia.

Con molta attenzione ho aderito alla massa seguire
ma ancora non ci avevo ben ragionato
delegando agli altri il decidere come eseguire
ti avrei sedotto e poi conquistato
pur nel tuo scorrere retto e imperturbabile.

Anni luce, mi separano dalle stelle
Kilometri, fra il mare e la mia pelle
Metri, che percorro avanti e indietro
Centimetri, sul piano cartesiano, dentro
Millimetri, e poi perdo il controllo
di tanti minuscoli importanti dettagli, modello
che descrive la vita, inimmaginabile.

Ti ho controllato in tante situazioni
Tu, lì fermo, mi avvolgevi e ti studiavo
calcolandoti con angoli ed equazioni
credendo di essere io dio e tu lo schiavo.

Un punto di vista per tutti univoco
Regole su un infinito che ho accettato
di rimpicciolire, per non creare equivoco
per non mettere in discussione un trattato
un “normale” col retrogusto di devozione
riverendo alla moderna inquisizione.

Ad Alberto

Rivisitazione del dilemma di Achille. “Da un solo punto nella stanza a un solo punto nel tempo, nella vita”.
Voci dal dormiveglia 29/11/2017


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