Infinite sfumature

Ti penso da qui, seduta su questa sedia trascinata sull'unico metro quadro all'aperto di questo piccolo appartamento.
Ho finalmente tempo di prendere in mano quel libro da mille pagine, di approfondire la storia degli ebrei, di guardare i film appuntati nella nota “da vedere”. Ma senti anche tu questa sensazione di vuotezza, come un contenitore con una falla che deve essere continuamente riempito?
Sono sinceramente contenta di vedere volti familiari, sentire le loro voci, ma poi lo schermo torna nero e con lui il brivido freddo dell'inconsistenza.
Allora vengo qui, per farmi accarezzare dall'aria mite, per farmi riempire gli occhi dai colori del tramonto, come quella punta di calanco laggiù fra i tetti che si colora di rosa poco prima di addormentarsi col sole.
Vorrei che anche tu mi pensassi, come me assorbissi i colori del tuo intorno per poi ritrovarci finalmente negli occhi e contarne le infinite sfumature.


Puntano qui