Legami (non) di sangue

Quando ti penso
rivedo affacciarti
a quella grande finestra
oppure affondare
nella tua poltrona
(per una volta anche mia),
salire a fatica
le scale con la spesa
oppure a quel tavolo
lavorare fino a tardi.

Lo so come è fatto
il dolore di chi resta,
i giorni uguali
che non sono più uguali,
le sostituzioni
che non sostituiscono,
le pareti tremanti
e dentro tutto in frantumi
come il mobile della sala
pieno di cristalleria
dopo un terremoto.

Ora ho i tuoi anni
di allora
ma sull'elenco il tuo nome
non c'è più.
Non posso raggiungerti
se non so dove cercarti,
cammini troppi passi
avanti a me
ma non abbastanza
da seminarmi.

Credimi
adesso capisco…
capisco tutto,
tranne quel cordone
che benché il sangue
non fosse lo stesso
faceva fluire
l'inspiegabile affetto
tra due persone
che non si
conosceranno mai.


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