Solo una possibilità

(Elisa Rivola - agosto 2007)

Sole di ferragosto in testa, i rami degli alberi che si muovono insieme ai miei capelli, qualche foglia ingiallita si stacca da lassù e con mille capriole si confonde nell’erba… le sarà bastata una stagione per essere felice di aver vissuto? o farà di tutto per intrufolarsi nella terra, tra le radici di qualche albero, cosicché una parte di lei rinasca nuovamente?
Perché d’altronde dar loro solo una possibilità? sono sicura che se potessero cambierebbero forma, colore, tipo di seghettatura e percorso delle venature solo per rivedere il cielo di nuovo da vicino e sentire il vento e la pioggia addosso.
In fondo non serve a questo il corpo? il corpo di ogni cosa che esiste?
Ci hanno limitato l’anima chiudendola qua dentro e ci hanno rifilato il “tutto compreso” per una vita intera e poi chissà… Però ci hanno regalato i sensi per interagire con un mondo piccolo, perso in qualcosa che nessuno sa quanto grande (dov’è il contorno che racchiude tutto? dov’è il punto da cui partono i fili che legano tutti i mondi?)… i sensi che sono il filo diretto tra l’anima ed il fuori, tra quello che si tocca, che c’è realmente e ciò che non si può vedere, che non si può capire perché più grande di noi… l’anima senza il corpo non avrebbe la misura della consistenza di ciò che sente, il corpo senza l’anima non saprebbe dare un significato a tutti gli stimoli che arrivano dall’esterno… la bellezza sta nell’una e nell’altro inscindibilmente…
Forse anche noi siamo come quella piccola foglia, passata la stagione cadremo ingialliti, anche noi apparentemente con solo una possibilità… ma chi ci dice che anche noi non potremo intrufolarci in altri mondi e raccogliere un giorno tutti i fili che ci legano ai nostri amori?


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